Andrea Fortunato, la storia di uno dei più promettenti difensori italiani e della sua breve carriera.
Il ventunenne che aveva appena gustato il meglio della sua vita mentre stava raggiungendo un sogno d’infanzia che lo animava da quando aveva solo 13 anni, raggiungere il campo nella nazionale italiana.
Andrea, nato a Salerno il 26 luglio 1971 aveva un futuro più che promettente nel mondo del calcio andando alla età di 14 anni in Lombardia per coltivare il suo sogno di diventare un calciatore professionista e venne accettato anni dopo nella squadra di Como per poi passare al Genoa, Pisa e infine arrivare alla Juve nell’estate 1993 dove venne comprato per ben 10 miliardi delle vecchie lire per portare la bianconera maglia con il suo numero 3 nella squadra da lui tanto amata sin dalla infanzia.
“Dopo Genova e Pisa, due anni di bellissima esperienza ed è una tappa importante, deve essere un’aspirazione di tutti i giocatori di arrivare in una squadra come la Juve, quindi è una tappa importantissima” disse il giocatore in un’intervista su telecolore
Riuscì così a partecipare a ben 27 partite per la Juventus grazie a tanti sacrifici e fortuna, in cui lasciò il segno nella sua iconica partita segnando il l’unico suo gol mai fatto nel suo tempo coi bianconeri.
La carriera di Andrea Fortunato risultò ottima sul piano personale, visto che dava un’idea molto promettente contando la sua giovane età nel mondo del calcio dell’epoca, finché in primavera si notò un grande cambiamento nella sua prestazione in campo, ogni giornale dell’epoca narrava di come il calciatore sembrasse tormentato e stanco del campo.
La cosa risultava inesplicabile, ciò li causo molti problemi nella relazione tra i compagni che lo guardavano come un sfaticato e lo accusavano di fingere ogni suo malore. Finché la circostanza dei suoi malori non risultò critica il 20 maggio del 1994, dove fu obbligato ad uscire dal campo in un intervallo e fu assoggettato a dei controlli approfonditi per la sua salute e si scoprì della malattia che affliggeva Andrea: una leucemia che gli aveva attaccato il midollo osseo che lo ha portato a svariati mesi di terapia, finché finalmente dopo una donazione dai familiari tornava a vedere la luce.
“Uno dei più promettenti difensori laterali” dei primi anni nel 1990. Così verrà ricordato il giovane che ci lasciò 27 anni fa un 25 Aprile 1995, a soli 23 anni. Una polmonite attaccò il suo sistema immunitario ormai debole dopo i trattamenti per la sua guarigione dalla leucemia linfoide acuti.
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